19 Lug 2018 – Sarria –> Puerto Marin

Sarria Portomarin percorso

Oggi si comincia davvero in direzione Santiago: andiamo a raccogliere la compostela!!! La meta di oggi è Portomarin un villaggio che sta sulla riva di un laghetto.

Prima di partire prepariamo il percorso con Googlemap scegliendo l’opzione “a piedi” che ci fornisce indicazioni anche in merito alle altimetrie. Sembra abbastanza semplice, un percorso apparentemente poco tortuoso e senza salite ripide. SEMBRA

Sarria Portomarin dislivelli

Ci cade un occhio alle gomme e ci accorgiamo che si stanno consumando molto rapidamente; dobbiamo fare attenzione, perché soprattutto quelle di Antonio iniziano a diventare lisce da un lato. Quindi prima di partire cerchiamo un ciclista per girare il verso delle ruote ed allungarne un po’ la vita.

Ieri abbiamo corso un po’ troppo le stiamo squagliando.

Fatto, ruote ruotate. Si va!

Partiamo intorno alle 11:30 e dopo poco, analizzando diverse alternative agli incroci Antonio propone una “scorciatoia” che prevede un inizio con una salita impegnativa; parte, ma la salita è ripida quindi gira il Triride procede in retromarcia. fa tutta la salita e si mette in attesa dell’arrivo di Carolina che non si vede.
Anche Carolina ha provato a muoversi in retromarcia, Antonio non si vede già più, lei sbanda e dopo pochi metri si ribalta con tutti i bagagli che gli cadono sopra. Sbatte il ginocchio e si ferisce. Resta a terra in mezzo ad un incrocio in salita, è incastrata tra la sedia, il Triride e lo zaino che da solo pesa 12 Kg.
Non riesce a muoversi è dolorante ed è completamente sola. Antonio non si vede, non passa nessuno ed il rischio è di venire investa perché è in mezzo alla “carretera”. Passano i minuti, Antonio è fermo in cima alla salita e non capisce perché Carolina non stia arrivando, mentre Carolina è bloccata e senza fiato.
Si sente arrivare un’auto che si ferma, il conducente accorre per aiutare la sventurata, mentre Antonio si è deciso a scendere e quando vede Carolina a terra accelera per andare ad aiutarla.
Il ragazzo spagnolo rialza la sedia, il Triride e Carolina e si assicura che siamo in grado di proseguire.

Ci accostiamo per riprendere fiato e ci rendiamo conto, per la prima volta, che dobbiamo stare attenti perché potrebbe essere pericoloso.
Raccogliamo qualche pietra per ricordo (sono conservate in sala) e ripartiamo. Carolina non dice quanto sta male, ma sta sicuramente soffrendo molto.
Ci convinciamo di seguire la strada e di evitare le “scorciatoie”.
Come al solito siamo circondati dalla natura: campi e animali al pascolo ci tengono compagnia. Le auto sono pochissime.

Sarria PortoMarin

Nel frattempo le batterie si stanno scaricando, dobbiamo trovare un ristorante.
Cerchiamo sull’infallibile Googlemap: c’è un locale un po’ fuori tracciato, non c’è altro; ci proviamo e deviamo totalmente ignari di quello che ci sta aspettando.
Ci addentriamo in una fitta boscaglia, guidiamo su una stradina in discesa con una pendenza impegnativa. Le batterie si stanno scaricando sempre più velocemente e siamo consapevoli che se non troviamo presto il ristorante non potremo risalire da quella strada.

Percorriamo circa 1Km o poco più sempre in discesa, arriviamo al fondo e ….
Antonio ha finito la batteria! Da qui non si scappa più.
Ma Carolina non è messa molto meglio. Ha ancora pochissima autonomia.
Ci siamo fermati in fondo alla discesa in una curva che passa sopra un ruscello: il “Rio Loio”.
Non c’è segnale. Davanti una salita e dietro anche.
Ma niente paura, cerchiamo una soluzione: decidiamo che conviene che Carolina, madrelingua spagnola, vada a cercare aiuto e ricaricare le batterie. Scarichiamo tutti i bagagli dal mezzo di Carolina così è più leggera. Parte, ma la strada è un po’ accidentata, comincia a sgommare. Antonio accorre con la sua fida stampella e comincia a spingere: si presenta una scena comica, donna su sedia a rotelle con motore che sgomma e un tipo con la stampella che spinge. Arrivati in cima alla salita Antonio si stacca e Carolina procede verso l’ignoto.
Antonio scende alla base e si siede sulla carrozzina, sa già che dovrà aspettare parecchio, ma non pensa neanche per un secondo che qualcosa potrà andare storto. Solo un po’ preoccupato perché ha visto allontanarsi Carolina traballante su una strada sconnessa e dopo la caduta della mattina è anche ferita.

Batteria finita

Dal momento in cui eravamo partiti da Ancona non ci eravamo separati neanche un secondo!!!

Carolina è partita verso l’ignoto nella speranza di raggiungere quel fantomatico ristorante per poter ricaricarire almeno parte delle batterie.
Antonio l’ha lasciata alla fine della salita, comincia un tratto in leggera discesa, ma l’autonomia residua è ridotta al lumicino se non trova subito il ristorante rimarrà bloccata senza possibilità di comunicare con nessuno.
Il ristorante non si vede; improvvisamente è entrata in un villaggio di campesinos e bussa a qualche porta per cercare aiuto: l’accoglienza della gente di campagna è proverbiale.

La guardano con diffidenza, evidentemente una donna i sedia a rotelle su un mezzo con un motore elettrico silenzioso è una novità da guardare con sospetto; finalmente una signora la accoglie in casa ed ascolta la storia di Carolina. Non si capiscono molto bene perché in questa regione si parla prevalentemente il galiziano ed in campagna forse neanche quello.

Comunque alla fine concede la corrente a condizione che si ricarichi solo per mezz’ora, non di più ….. 

Mentre Antonio passa il tempo a fare fotografie a tutto ciò che lo circonda

Da Antonio passano le ore e solamente soltanto tre auto, ma Carolina non sta tornando. Inizia la preoccupazione, ma si vede una macchina scendere dalla collina e si ferma. Guarda dentro, sul sedile posteriore c’è Carolina che è riuscita a trovare un Taxi.
Carichiamo tutto in macchina e partiamo; il tassista è gentilissimo parla durante tutto il viaggio con Carolina ed Antonio interviene saltuariamente nei discorsi dato che parlano molto velocemente.
Arriviamo al Hotel “Pazo de Berbetoros”: dall’esterno è molto bello, ma i gestori quando ci vedono con le sedie rotelle si irrigidiscono: capiamo che la giornata non è ancora finita. Ci guardano storto.
Il marito dice che non aveva capito che eravamo in sedia a rotelle e che per noi aveva solo la suite che costava più di quello che avevamo concordato e non ci aiutano a portare i bagagli.
La moglie mantiene un’aria taciturna e molto severa, alquanto acida.
Siamo stanchi e non abbiamo nessuna voglia di discutere, entriamo in camera e ci prepariamo per andare a cena.
Ormai si sono fatte le 19, usciamo per andare ad “almorzar” in un locale con vista sul lago: “O mirador”. Ci consigliano la grigliata, la prendiamo e aspettiamo parecchio, ma non è un granchè, troppo secca. Il locale è caratteristico e la vista sul lago è molto bella.
Antonio prepara un breve racconto per i compagni di viaggio su Whatsapp.

WA Sarria PortoMarin1

Ormai è tardi e si è fatto buio, è ora di tornare alla “suite”, dobbiamo riposare, è stata una giornata veramente lunga e impegnativa, ma come dice anche Vasco “siamo ancora qui”.

Conclusa la seconda tappa: oggi in sedia a rotelle 18,5 Km. (Tot. 97,6)

il resto in taxi dopo il salvataggio provvidenziale (11 Km)

Oggi ce la siamo proprio vista brutta!!!

La pagella della giornata

Accessibilità delle strutture
3/5
Accessibilità del percorso
2.5/5
Difficoltà del percorso
3/5
Avventura
5/5
Divertimento
3/5
Cultura
1.5/5
Contatto con la natura
4/5
Panorama
3.5/5
Cibo
3/5

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